W Livia Turco
- At May 23, 2006
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Da Repubblica
Pillola abortiva, apertura della Turco “Via libera, senza test selvaggi” di MARIO REGGIO
ROMA – “Garantiremo a tutte le mamme italiane di partorire senza dolore. Il sistema sanitario nazionale assicurerà gratis l’anestesia epidurale. Nessun ostacolo alla pillola abortiva Ru486, ma rispettando le indicazioni della legge sull’aborto e senza alcuna sperimentazione selvaggia”. Livia Turco, ministro alla Salute, parla chiaro. Ed ha scelto il giorno dell’inaugurazione del nuovo reparto di Neonatologia al Policlinico Umberto I di Roma. “In Italia si fanno troppi parti cesarei, occorre una legge organica che tuteli la salute delle donne e che segua le neomamme – prosegue Livia Turco – anche dopo il parto. Più di un terzo di loro soffre di forme di depressione dopo aver dato alla luce il bambino. In molti paesi dell’Unione Europea il sistema sanitario assicura l’assistenza domiciliare fino al terzo mese di vita. Quindi più assistenza, ecco perché vanno potenziati i consultori. Basta con il dolore, diffondendo specie nelle Regioni del Sud i reparti di Neonatologia. Il tutto concordato e condiviso con le Regioni, che negli anni del governo Berlusconi sono state sistematicamente escluse dalle scelte di politica sanitaria e finanziaria”.
E le cifre danno ragione a Livia Turco: negli ultimi 20 anni i parti cesarei sono triplicati, passando dall’11 al 33 per cento, un valore che supera del 15 per cento quello raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Perché questo aumento impressionante dei cesarei? In realtà un terzo delle donne che devono partorire chiedono l’epidurale, ma solo un misero 4 per cento riesce ad ottenere l’intervento gratuito in una struttura pubblica. Per le altre ci sono due alternative: pagare dai 500 ai 700 euro alla Asl, oppure anche 1.500 euro nelle strutture private.
Prima apertura, anche se molto sfumata, sulla pillola del giorno dopo: “La questione verrà esaminata con calma – risponde il ministro della Salute – un passo alla volta. Con me il ministero non sarà quello degli spot e della propaganda, mettiamolo ben in chiaro. Intendo esercitare la funzione prevista dal Titolo V della Costituzione, vale a dire i poteri di indirizzo, monitoraggio, valutazione, proposta e accompagnamento, vicino alle Regioni più deboli”.
Insomma, rispetto ai suoi predecessori del centrodestra, Girolamo Sirchia e Francesco Storace, la musica sembra essere cambiata e di molto. Anche sulla pillola abortiva Ru486, contrastata a lungo da Storace, l’uso del farmaco, che non è venduto in Italia, fa un consistente passo avanti. Già oggi, in realtà, non c’è bisogno di alcuna autorizzazione centrale per la sperimentazione, visto che basta l’autorizzazione del Comitato Etico della struttura sanitaria: tant’è che l’ospedale Lotti di Pontedera, con il placet della Regione Toscana, ha acquistato direttamente il farmaco in Francia. Mentre viene somministrata all’ospedale ginecologico Sant’Anna di Torino, il Maggiore di Bologna, e nei centri ginecologici pubblici di Ferrara e Trento.
Immancabili e prevedibili le reazioni. “Sulla Ru486 pensi agli interessi della famiglia – commenta il capogruppo Udc alla Camera Luca Volontè – lo stesso padre della pillola abortiva ha ammesso il rischio di decessi a seguito della terapia”. “Brava la Turco – ribatte la deputata diessina Gloria Buffo – Volontè si tranquillizzi, noi ci occuperemo della salute di tutti e dei bisogni sociali dei più deboli, cosa che il centrodestra non ha fatto”.
(23 maggio 2006)
Da La Stampa
AL DICASTERO DELLA SALUTE «SULLA RU486 RISPETTARE LA LEGGE 194, NO A SPERIMENTAZIONI SELVAGGE» Turco: cambio la sanità Sì alla pillola abortiva «Il mio non sarà più il ministero di spot e propaganda» 23/5/2006 Paolo Baroni
Livia Turco ROMA. «Il ministero della Salute? Non sarà il ministero spot e propaganda come è avvenuto in passato». Livia Turco, per la sua prima uscita pubblica sceglie un ospedale pubblico, il Policlinico Umberto I e una struttura «di eccellenza», il nuovo reparto di puerperio presso l’Unità di neonatologia, patologia neonatale e terapia intensiva. Per questo, nella calca di autorità (dal vicesindaco Garavaglia al presidente della Regione Marrazzo, al Rettore della Sapienza), medici, operatori sanitari e degenti, tra strette di mano e auguri di buon lavoro, sceglie pochi argomenti, che però disegnano già una parte consistente del suo programma di governo. E poi annuncia: «Le donne non dovranno mai più partorire con dolore. Per questo ho deciso che uno dei miei primi atti sarà quello di proporre alle Regioni di fornire gratuitamente a tutte le donne l’anestesia epidurale» modificando i «livelli essenziali di assistenza». Per la stessa ragione, «per evitare il dolore» il neo-ministro dà via libera alla pillola abortiva Ru486 in passato oggetto di tante polemiche. «Come lo sono favorevole al parto senza dolore – spiega – così lo sono per l’interruzione di gravidanza, che è già una scelta drammatica per la donna, ma con metodiche meno invasive e dolorose». Sì dunque alla Ru486, «come metodica alternativa e sicura per la salute della donna, ma sempre nell’ambito della legge 194», «no assoluto a sperimentazioni selvagge». Altro discorso, invece, per la pillole del giorno dopo: «c’è tempo, esamineremo la questione con calma». Come dire: mica si possono affrontare tutti i problemi della Sanità («e da fare ce n’è tanto, mamma mia!») nei primi giorni di lavoro.
Troppi «cesarei» Ecco il secondo obiettivo della Turco. «Mi impegnerò per una legge sul parto che significa una legge per il diritto alla salute delle donne, dei bambini e anche per sostenere le nascite e perché non ci siano più numeri elevati di parti cesarei che in certe aree del Mezzogiorno hanno da tempo superato il livello di guardia». Occorrerà aggiornare il vecchio «progetto obiettivo» messo a punto da Rosi Bindi e per questo la Turco prevede di confrontarsi a breve sia col nuovo responsabile della Famiglia, sia con ministro alle Pari opportunità, Barbara Pollastrini. «Occorre promuovere le nascite – insiste la responsabile della Sanità- e tutelare di più il parto». Come? «Bisogna guardare in Europa, dove per i primi tre mesi le mamme godono dell’assistenza domiciliare», un modo per migliorare l’assistenza e prevenire tanti casi di depressione post-parto.
Ricreare fiducia «Intendo fare sul serio, niente spot e propaganda – afferma Livia Turco – occorre innanzitutto ricreare fiducia. Deve essere chiaro che io, come ministro, sto dalla parte dei cittadini. E per questo intendo esercitare a pieno la funzione prevista dal Titolo V della Costituzione, di indirizzo, monitoraggio, valutazione, proposta e accompagnamento, vicino alle regioni più deboli, a cominciare dal Mezzogiorno».
Le Regioni ed il deficit Non ci saranno più «finanziarie con i vincoli, che non servono a niente, ma saranno condivise con le Regioni: è questo il nuovo metodo che intendo portare avanti», spiega il responsabile della Sanità che proprio oggi incontrerà il collega dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, per un primo giro d’orizzonte sulla situazione, mentre domani vedrà gli assessori regionali «sia di centrosinistra che di centrodestra». «Chiederò alle Regioni più forti di essere solidali e dare una mano a quelle in difficoltà», precisa anche che per ora non vuol sentir parlare di «emergenza» e questo nonostante i primi conteggi abbiano rilevato che anche l’anno passato le Regioni hanno accumulato un deficit di quasi 6 miliardi di euro. «L’incontro? Rientra nella normalità di rapporti tra ministri: vado a rappresentare i problemi della Sanità e ringrazio Padoa-Schioppa per la cortesia del suo invito».
Il caso Lazio «Altro che commissariamento! Vanno aiutati…». Così il ministro ha commentato la situazione della Regione Lazio, che dopo la due diligence sui conti avviata dalla Giunta Marrazzo presenta uno dei deficit più alti (assieme alla Sicilia ed alla Campania) al punto dar rendere possibili le sanzioni introdotte nell’ultima finanziaria. «La Regione Lazio ha avuto un’eredità pesantissima – spiega – e poi si tratta di una realtà nella quale sono presenti Roma capitale, il Vaticano e i policlinici. In più, stiamo parlando di una amministrazione regionale che ha preso sul serio la gestione della sanità con un processo di innovazione e rigore che va assolutamente premiato». Nessuna sanzione, dunque. E nessun intervento correttivo, almeno per ora.
FINALMENTE!!!!!!!!!!